Lucrezia Ruggieri, PORTAMI CON TE, PERSINO NELL’INFERNO VOLANO BOLLE
“Ho scoperto che l’inferno non esiste”. (Leonard Cohen)
“Portami con te” o “Persino nell’Inferno volano bolle” è un ciclo pittorico dedicato all’opera di Dante, qui riletta non tanto nella sua complessità – ineguagliabile nel campo della letteratura e dell’arte in generale – quanto nel suo significato più ampio, ovvero come traduzione figurata dell’esistenza umana. Dei tanti viaggi intrapresi dall’umanità quello di Dante è sicuramente il più complesso ma anche il maggiormente affascinante perché ci dona di uno sguardo definitivo sull’esistenza. Il poeta ci accompagna in questo viaggio nel tentativo di farci sbarcare in un nuovo mondo, mostrandoci le visioni e i mali di quello antico. I vari livelli di felicità e di dolore che l’opera racconta, distinti per luogo e sensazioni, non rappresentano solamente brani di storie note ma soprattutto un modo di rileggere queste vicende trasformandole in continue suggestioni. Il poeta ci affida una grande responsabilità, quella di intraprendere un viaggio nella nostra memoria, fatta di gioie, di errori, di
soddisfazioni e di grandi dolori spesso dovuti a eccessi di amore e di fiducia nell’esistenza stessa.

La mostra di Lucrezia Ruggieri parte proprio da questo, dal viaggio nell’inconscio che può anche trasformarsi in momento di riflessione. Se Dante vive un susseguirsi di stati d’animo discordanti, mediati da una continua ricerca del proprio equilibrio, Lucrezia va oltre e getta il ramo della speranza. Le questioni che la sua arte solleva si ascrivono alla sua convinzione che tutto sia indefinito e temporaneo; avendo compreso i meccanismi della vita, l’artista ci consegna delle singole visioni raccolte in un’unica grande suggestione che sicuramente intende mostrarci una via di uscita. Lucrezia ama viaggiare insieme alle figure della sua pittura, è inserita nelle sue tele con l’impegno di persona indagatrice e responsabile, consapevole e in attesa di trovare sempre nuove strade. In prima persona, come artista e come donna, ci accompagna dentro un viaggio surreale dove le tre dimensioni spaziali, i tre luoghi “speciali” del viaggio di Dante divengono altrettante vie di uscita per scavalcare i mali che affliggono l’umanità. È proprio lei a dircelo descrivendo il suo lavoro sul poeta: “In alcune mie opere vivono i suoi personaggi, oltre a Virgilio e allo stesso Dante, i dannati, ai quali però ho voluto sempre offrire una via di salvezza simbolicamente rappresentata da una medusa o una balena a cui aggrapparsi disperatamente” comunque consapevole che dall’inferno “non è possibile fuggire”. Lucrezia – come artista e soprattutto come individuo – ci dice che alla fine verrà il tempo in cui tutti capiremo che in fondo, l’esistenza fatta di contrasti come la gioia e il dolore, il perdono e l’offesa ma anche la magia di un cielo luminoso, sono tappe di un viaggio che è solamente da completare. Le sue visioni non sono altro che un tentativo riuscito di esprimere che, forse, la vita ha bisogno di altre visioni e soprattutto di nuove strade.
A cura di Luciano Bolzoni – 17 gennaio 2025
Lucrezia, la vita oltre il surreale
“Impegnativa”, questa mostra. E non può essere che così, dato il genere pittorico scelto: il surrealismo, un linguaggio difficile per il riferimento costante a simboli e a modalità di rappresentazione che hanno a che fare con il mondo onirico (dei sogni), con immagini di realtà non percepibili nella quotidianità.
La sensibilissima Ruggieri lavora di matita e pennello sin da giovanissima, grazie a un dono naturale e a una vocazione spontanea. Il suo surrealismo ha un che di vitale ed è privo di messaggi ambigui.
Le tele a olio sono segnate da colori verdi, bianchi e blu. Altre opere sono a matita o carboncino (da sottolineare la grande capacità nel disegno).
Regna la figura femminile, rappresentata con un modellato morbido e tenero che vince la sostanziale freddezza dei colori scelti. Non dimentichiamo, però, che blu e verde sono anche i colori dell’acqua, sinonimo di lavacro, di purezza. Opere cariche di messaggi, certamente da scoprire, che a nostro avviso si staccano dall’abituale irrealtà del surrealismo, pur utilizzandone tecniche e strumenti.
Una modalità ci ha infatti particolarmente attratto. In quasi tutte le opere c’è una sorta di nastro colorato (primo messaggio di vita: dove non c’è colore c’è morte) che si diparte dalla figura rappresentata per collegarsi con una sfera. È quasi come un cordone ombelicale che collega con un Altro, da cui puoi ricevere sostegno e vita.
Luciano Bissoli
Da “Città Nostra” di Paderno Dugnano (Milano) 10 marzo 1996
Lucrezia Ruggeri, tra sogno e realtà
A un primo impatto si può rimanere frastornati per tutte le spigolazioni metafisico-surrealiste legate a cromatismi inusitati, ma poi, una volta entrati nel vorticare quasi onirico e colmo di fosforiche intenzioni, si scoprono le molte qualità che attorniano le figurazioni della Ruggieri: un segno limpido e scorrevole, un equilibrio marcato e sottile al tempo stesso, una trattenuta e precisa stesura delle mistioni giocate su toni in linea con i messaggi tra il fantastico ed il concorso dei desideri, una simbiosi netta tra forma e movente grafico, un ruolo preciso dei personaggi delle magmatiche scene sempre impostate privilegiando quei valori che sono alla base della società: la vita e la libertà! La forza e la decisa intenzione che vibrano tra le opere della pittrice riescono presto ad avvincere e a convincere con una rara potenza di persuasione, dovuta indubbiamente ad una notevole maniera di far pittura.
Licinio Boarini
Da “Il risveglio” di Fidenza del 18 settembre 1987